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Il mio primo incontro con la

meditazione


Testimonianza di Deva Git

Vi racconto un po' di me

Sono Maurizio, 44 anni, sono un avvocato e vivo a Napoli, sposato con una splendida donna, nella vita non mi manca niente….

Ecco questo ero io. Un io cieco, fermo all’apparenza e pienamente inquadrato nei condizionamenti sociali e negli obiettivi di vita che qualcun altro – non certo io – ha deciso che io perseguissi.

Oggi con orgoglio posso dire “io sono DEVA GIT”! Un sannyasin da veramente pochissimo tempo, ma con quell’entusiasmo proprio di quando inizi un avvincente viaggio verso “mete esotiche”.


Quelle che chiamo mete esotiche sono in realtà la consapevolezza del proprio Sé interiore. La ricerca del proprio sé puro, libero da condizionamenti e da tutto quello che nel tempo ti hanno fatto credere fosse importante. L’IO….

Qualcosa che c’è sempre stato, ma che ho imparato col tempo a sopprimere, tanto da paragonarlo ad una meta esotica. Ma l’importante è partire e, quindi, condivido con voi l’inizio della mia storia da meditatore.

Avvenne che...

Il mio primo approccio con il mondo di Osho e con la meditazione lo devo a mia moglie. Stavamo entrambi vivendo un momento di crisi nel rapporto di coppia e, spinto più dalla paura dell’abbandono che da un personale desiderio di crescita interiore, l’ho seguita un paio di anni fa a un training di costellazioni familiari organizzato da Siddho e Anurag a Miasto. Devo dire che in me le resistenze erano tante e la mia propensione ad accostarmi a quel mondo era pervasa da scetticismo e forte razionalità, probabilmente condizionata dal mio tipo di professione.

Non avevo mai conosciuto Osho e i suoi insegnamenti. Fino a quel momento per me Osho era soltanto uno stravagante santone indiano con un’eccessiva passione per Rolls-Royce e Rolex, associato molto spesso ad aforismi e barzellette. Potrete capire con quanti pregiudizi sono entrato per la prima volta nella Buddha Hall di Miasto. Pregiudizi che venivano alimentati dalla foto di Osho nella parte centrale della stanza, cui tutti si rivolgevano con venerazione e gratitudine, e da una teca posta immediatamente al di sotto, nella quale è custodita a mo' di reliquia uno degli stravaganti abiti da lui indossati. La mia prima esclamazione è stata "Questa è una religione! Io non cerco nessuna religione. Mi basta quella cattolica ricevuta in “dotazione” dai miei genitori “per diritto di nascita”. Questi sannyasin sono dei matti!"


Si stavano attivando le prime resistenze a quel processo di destrutturazione che il Maestro aveva in serbo per me.

Con tutti questi pensieri al mio ingresso in Buddha Hall ho iniziato la prima meditazione dinamica della mia vita. Ricordo un blocco totale che mi portò a uno stato di congelamento. Tutta quella sequenza di respirazione caotica, catarsi, salti, stop e danze in quel momento mi sembrava così assurda da paralizzarmi letteralmente.

Poi ho conosciuto la Kundalini e lì qualcosa dentro di me è cambiato.

Un’energia stava ammorbidendo come un balsamo tutte le mie resistenze, donandomi un senso di gratitudine e di gioia, nonché una sensazione di espansione della propria coscienza che mi ha portato ad aprire il mio cuore alla meditazione successiva, quella serale e alla mia prima visione di uno dei discorsi di Osho. Ancora ricordo quel discorso!!! Sebbene registrato oltre trent’anni fa era stranamente diretto a me. Osho stava parlando proprio a me. Lì cominciai a capire la potenza delle parole di Osho. Parole che viaggiando leggere nel tempo ti entrano direttamente nel cuore, stimolando la voglia di fermare il mondo e cominciare a conoscere se stessi.

Meditare mi ha portato a...

Viviamo in un periodo estremamente concitato. Siamo tutti proiettati sugli obiettivi imposti da una continua aspettativa di riconoscimento sociale. Scandiamo la nostra giornata in un tourbillon di impegni che ci porta sempre più distanti da noi stessi. Mi viene in mente Osho che rispondendo alla domanda “Perché corro sempre? Perché ho la sensazione di non trovare mai pace?” semplicemente affermò che corriamo per paura di fermarci, di rimanere soli ed essere costretti a guardarci dentro. Fa paura vedere dentro di sé. Lo possiamo vedere in ogni angolo di strada, a una fermata del bus o al bar: chiunque si trovi da solo si proietta verso l'esterno passando il tempo con il cellulare senza averne necessità (ahimè, sono tra questi), anzichè approfittare della solitudine per guardare dentro a se stesso.

La meditazione spezza tutto ciò!

Grazie alla meditazione riesco a percepirmi, riesco a centrarmi e a calmare la mente. Quando entro in uno spazio meditativo mi rendo conto di quanti pensieri in un solo minuto mi passano per la mente. Riesco a guardarli e a portarmi in una posizione di distacco da loro, cercando di fare tesoro degli insegnamenti del Maestro e tramutandomi in mero osservatore di questi. In quel momento tra mille e un pensieri superflui, come un raggio di luce si fa strada una connessione con il mio centro vitale.

Il mio rapporto col Maestro...

Osho per me è un prezioso mezzo che mi sta portando a una nuova consapevolezza di me stesso. Pur non avendo avuto la fortuna di essere un suo diretto discepolo, il suo messaggio di amore è oceanico, appunto Osho!


E le onde di questo oceano sono arrivate a me grazie a Siddho, Anurag, Miasto, e tutti coloro che ho avuto – e che avrò – la fortuna di incontrare in questo entusiasmante viaggio.

Osho è amore! E io cercherò di trasmettere questo amore alle persone che incontrerò nel mio cammino.

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