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Lacrime di gioia, piangere con totalità

L’atto di piangere

Una cosa che mi ha sempre destato un certo interesse è l’atto di piangere. Mi capita di commuovermi guardando negli occhi delle persone. Vedere un uomo adulto che piange e la purezza di un bambino mi fanno scendere qualche lacrima.


Sento però che non sono totalmente libero di esprimere questo pianto, me ne vergogno. Qualcosa mi trattiene, la gola mi si chiude, la mandibola si contrae, la voce mi si rompe. Qualche lacrima scende solo dall’occhio sinistro. Se non voglio farmi scoprire la asciugo come se mi stessi grattando.

Mi imbarazza farmi vedere in questo stato, temo che gli altri mi possano giudicare debole. Sento di aver ereditato questo giudizio che applico su me stesso e sugli altri.


Andando più in profondità realizzo che una parte di me è stata contenta di piangere. Si fa quasi i complimenti da sola, come se si dicesse: “Oh finalmente esprimi la tua sensibilità!” Dopo avere pianto, se mi chiedo che emozione ho provato, ho la sensazione di avere pianto dal ridere.


Il mio corpo registra questa attività come qualcosa di correlato alla gioia. È come un rilascio di qualcosa di intrattenibile. Alla fine del pianto una voce dice: “Che risate che mi sono fatto!” C’è anche una voce però che dice: “La prossima volta cerca di controllare questa vulnerabilità!”


La repressione delle emozioni

In questo periodo sto preparando il mio nuovo corso di yoga online. Ho avuto modo di approfondire il tema della repressione delle emozioni nel corpo.

La cosa interessante è che del pianto se ne parla assolutamente in modo positivo.


Fin da quando siamo bambini impariamo a reprimere degli stati emozionali sconvenienti. Se non possiamo sentire la rabbia, la paura, la tristezza, la prima cosa che facciamo è tendere il corpo. Tentiamo di trattenere e imprigionare l’emozione. Ci hanno insegnato che non si può, non si deve, non è educato o è da deboli esprimerla.


Non sempre però questi blocchi funzionano. L’emozione diventa irrefrenabile trasformandosi in un pianto liberatorio. Spesso quello che accade è che non si riconosca l’emozione che ci attraversa e che abbiamo bloccato. In realtà avrebbe potuto esprimersi con un gesto, con uno sguardo, un tono di voce, una presa di posizione.


Invece viene repressa esercitando una contro-azione, tendendo il corpo. Praticamente generiamo una contrazione nel corpo verso un’azione che ci verrebbe spontanea. Avrebbe potuto essere un gesto di rabbia, un senso di tristezza. Fortunatamente il corpo è saggio e si arrende innescando l’esperienza del pianto.


Piangere cambia il nostro mondo interiore

Piangere significa quindi accettare la realtà del passato e del presente. Piangere non ci farà arrivare amore dall’esterno, come forse alcuni pensano. Piangere cambia il nostro mondo interiore. È un Sì verso noi stessi liberandoci dalla tensione e dal dolore.


La repressione è opera dell'IO che vuole avere il controllo del nostro comportamento. Attraverso l’ascolto consapevole del corpo però è possibile alleggerirci dai sentimenti repressi rilassandoci.


Piangere ci rende individui leggeri, integri e connessi al nostro sé e al nostro amore per noi stessi. Siamo tra i pochi animali su questo pianeta a poterlo fare. È una nostra peculiarità, perché reprimerla?


Suggerimenti di Osho

Una volta una discepola chiese a Osho: “L'altro giorno durante il discorso ci hai aiutato ad ascoltare il silenzio. Durante il darshan, ci sono stati molti momenti di silenzio squisito, quasi tangibile. In entrambi i giorni ho sentito come se il mio cuore stesse scoppiando e ho pianto. Eppure ho anche riso, applaudito, e celebrato come mai prima. Amato Maestro, per favore parla dello spazio tra la risata e le lacrime, lo spazio dove il pendolo si ferma.

Osho risponde: “Non c'è spazio tra le risate e le lacrime. Alla gente comune sembrerete pazzi, piangendo e ridendo insieme, perché di solito si pensa che risate e lacrime siano ai poli opposti: le lacrime sono per la miseria e le risate sono per la gioia. Ma la gente ha conosciuto soltanto una qualità di lacrime. Le lacrime possono unirsi con la tristezza. Se è troppa, allora trabocca attraverso le vostre lacrime. Le lacrime aiutano a lavare via la tristezza. Le lacrime fanno sempre qualcosa di buono per voi.


È a causa delle lacrime che gli uomini sono più infelici delle donne, perché fin dall'infanzia gli è stato detto: "Piangere è per le ragazze, non per te. Sii virile."


I miei sannyasin devono permettere le lacrime - nel dolore, nella miseria, nella sofferenza - senza sentirsi imbarazzati. Infatti, tutti intorno alla persona dovrebbero aiutarlo a piangere. Le lacrime aiutano a togliere la tristezza, l'oscurità, e a lasciare uno spazio più silenzioso dentro.”


Cit. (Osho, From Death to Deathlessness, Capitolo 36, Domanda 5)


Proseguendo nella mia indagine trovo un’altra frase di Osho che conferma le mie sensazioni, e ora posso piangere con serenità.😊😭


“Non abbiate mai paura delle lacrime. La cosiddetta civilizzazione vi rende estremamente timorosi delle lacrime, ha creato in voi una sorta di senso di colpa. Quando vi spuntano le lacrime, vi sentite imbarazzati. Cominciate a pensare: "Cosa penseranno gli altri? Sono un uomo e sto piangendo! Sembrerò una femminuccia, infantile. Non dovrebbe accadere." Smettete di piangere - e ucciderete qualcosa che stava crescendo in voi.


Le lacrime sono la cosa più bella che avete, perché sono lo straripare del vostro essere; e le lacrime non sono necessariamente frutto della tristezza. A volte sgorgano da una grande gioia, a volte da una grande pace, e a volte sgorgano dall’estasi e dall’amore. Di fatto nulla hanno a che fare con la tristezza o con la felicità. Qualsiasi cosa emozioni troppo il tuo cuore, qualsiasi cosa prenda possesso di te, qualsiasi cosa sia troppo grande, al punto che non riesci a contenerla e inizia a straripare… tutto ciò porta con sé le lacrime.


Accettale con grande gioia, liberale, nutrile, accoglile e attraverso le lacrime saprai come pregare. Attraverso le lacrime saprai come vedere. Gli occhi pieni di lacrime sono capaci di vedere la verità. Gli occhi pieni di lacrime sono capaci di vedere la bellezza della vita e la sua benedizione.”

Cit. (OSHO, Il Sutra del Diamante ed. del Cigno)

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