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Consapevolezza e coronavirus

Una riflessione dell’emergenza coronavirus


Cari amici, care amiche, cari compagni e compagne di viaggio,

c’e una riflessione che mi accompagna da giorni: il vedere cosa sta muovendo la situazione d’emergenza del coronavirus.

Lo stato d’emergenza sposta la coscienza a livelli diversi dall’ordinario.


Quotidianamente diamo tutto per scontato: la possibilità di fare ciò che “vogliamo”, la sensazione che una nostra decisione o desiderio non possa che attuarsi, che chi ci sta accanto sia e resti lì per sempre. Una sorta di profonda illusione ci accompagna, ci guida, ci fa “vedere” la realtà con occhiali molto spessi… E poi ecco, arriva lo sconosciuto, qualcosa di imprevisto, e fuori dal nostro controllo…

Cosa stiamo toccando, cosa c’è sotto al panico, sotto la preoccupazione? C’e la paura della morte. Una realtà che con ogni sforzo la società, soprattutto occidentale, demonizza, allontana e vuole sconfiggere.

Ma la morte è una realtà. Non fraintendetemi: lo sforzo di scienziati, medici, infermieri, volontari, al servizio della vita, in questo momento, è sacrosanto. L’attenzione alle regole e ai decreti che stiamo seguendo sono assolutamente necessari e sani.

Ma l’individuo è chiamato ad andare dentro di sé, e fare i conti con la realtà, senza occhiali.

Sì, la morte esiste, esiste in ogni momento, è l’essenza dello SCONOSCIUTO, anche se è la cosa più certa che esista.

La gratitudine per ogni piccola cosa che la vita ci regala, potrebbe esistere in ogni momento, in ogni gesto, verso chiunque. Accorgersi dell’”ALTRO” non solo in caso di emergenza, ma sempre, ogni giorno.

Vivere consapevolmente dovrebbe essere una ricerca messa in pratica ogni giorno, rispettando tutto ciò che ci circonda.

Il qui-e-ora appare nel suo significato

Nei momenti di emergenza, si è catapultati nel QUI E ORA, non si manipola più il momento presente, non c’è tempo da perdere… si cambiano abitudini e ci si rapporta in modo NUOVO al momento presente.

Perché aspettare le emergenze per essere consapevoli? O compassionevoli? O nuovi e freschi ogni istante? O in ascolto? Perché aspettare il coronavirus per rallentare? Perché non essere in uno stato di CONSAPEVOLEZZA, in ogni istante?

Perché non scoprire ogni giorno che la casa, l’unica casa, è dentro. E che se vai dentro e vedi la realtà e la accetti, potresti trovare un nucleo di pace. Non hai bisogno di arrabbiarti per delle inezie, e neppure di dominare qualcuno per la gioia egoica di aver ragione.


In cosa ti arricchisce “aver ragione”? Arricchisce solo il tuo ego, la parte più superficiale di te e ti separa dall’altro.

E se fossimo in contatto ogni giorno con uno spazio di osservazione di ciò che è? Di ascolto interiore? Di accettazione?

Sì, è vero, stanno morendo molte persone e molte stanno soffrendo qui vicino a noi e ne siamo tutti toccati. Ma perché non ci siamo mai fermati un istante a vedere quante persone muoiono lontane dal nostro paese, in situazioni distanti da noi? Perché ci si sveglia solo quando accade a me? Quando accade qui? Perché questo senso di separazione, dal pianeta, dall’altro, dalla realtà?


Perché dormire è più comodo che essere SVEGLI, perché non riflettere è più comodo che SENTIRE, perché non prenderci la responsabilità, ci fa sentire parte del gregge, anziché percepire la SOLITUDINE della consapevolezza, che nessuno vede, per la quale non riceverai nessun premio.

La tua consapevolezza è un viaggio intimo, senza gratifiche né meriti, senza fama, né ricchezza esteriore… è il tuo viaggio.

Una serie di domande di consapevolezza sul momento

Rifletti! Chiediti: cosa mi sta dando questo momento? Cosa posso imparare? In cosa e a cosa mi posso svegliare? Come posso amarmi? Come posso amare? Come posso essere presente? Come posso dissolvermi nel silenzio interiore? Quali sono le mie priorità?

Come posso essere nel momento, senza pregiudizi, idee fisse, senza manipolare la realtà?

Osho dice che l’Uomo consapevole non teme la catastrofe, non teme la morte, perché dentro di lui non cambia nulla. Ha vissuto pienamente, consapevolmente, e può morire con la stessa semplice totalità.

Quindi non si tratta di aver paura di morire, ma di avere il coraggio di vivere!

Si tratta di essere creativi e nel qui e ora in ogni istante. Si tratta di essere grati e compassionevoli in ogni istante… Si tratta di vivere totalmente, di avere il coraggio di vedere e sentire a 360 gradi. E in quella totalità la paura scompare…


Con amore e gratitudine

Siddho

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