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Cambia le premesse, cambierai la tua vita!

Le Costellazioni Familiari e la ricerca di soluzioni


È una bella giornata di ottobre e una partecipante al gruppo mi avvicina. È timorosa della mia reazione alla domanda che sta per farmi.


Prende coraggio e mi chiede: “La Costellazione può darmi la risposta a un dilemma? Io vorrei decidere se restare nel mio posto di lavoro o andare via.”

Il suo timore ha una ragion d'essere. Sa che una meditatrice cerca le risposte dentro e quello che sta chiedendo è una risposta da fuori.

Io però non ho giudizi sulla vulnerabilità. Anche un meditatore ha i suoi momenti in cui vorrebbe qualche aiuto dal cielo! :))

Accolgo la sua domanda e le rispondo: “Cara, ricorda: le Costellazioni non sono uno strumento per la soluzione. Ma ti mostrano le premesse su cui si basa una certa situazione. In questo caso, vedremo quali sono quelle che ti portano a essere così indecisa. Le "soluzioni" che puoi vedere sono relative alle credenze irrazionali che ti tengono nello stallo della tua vita. Il tuo spirito farà il resto. Con la comprensione, avvierà un processo che porterà fuori dal meccanismo di sofferenza.”


Costellazioni, superstizione e consapevolezza


A volte ci si avvicina alle Costellazioni Familiari per cercare delle risposte definitive ad un problema. In ognuno di noi sopravvive una parte superstiziosa. Questa parte vede le Costellazioni Sistemiche come una sfera di cristallo che dà le risposte e ci toglie le castagne dal fuoco.

Quindi, è facile porre la domanda da cui siamo partiti in questo articolo. È umano sperare che una vincita al Superenalotto ci risolva i problemi finanziari per tutta la vita. È umano desiderare che una costellazione ci risolva un determinato problema. Tutti vorremmo un aiutino, ma la vita non fa sconti.

Ciò che devi vedere per risolvere i problemi fa parte di un processo a volte scomodo. Realizzare un progetto o rimettere in sesto la nostra relazione non dipendono dalla fortuna, che certo può darci una mano.


Far emergere le qualità originarie di chi si è


Le Costellazioni Familiari sono un mezzo molto efficace… ma non per le soluzioni immediate. Le Costellazioni Familiari vanno in profondo, vanno alla ricerca della radice delle nostre azioni.

Il seme contiene il progetto originario. La radice, che ne rappresenta lo sviluppo, si adatta al terreno.

Dobbiamo ripulire la radice, perché si riconnetta al progetto originario contenuto nel seme.


Non puoi modificare la tua vita tagliando qualche ramo qua e là e modificando qualche comportamento. Tutti i tuoi sforzi sono destinati alla frustrazione. Devi rivolgerti alle premesse, alle radici. Ripulirle, amarle, prendertene cura in modo diverso.


I cambiamenti


Così, quella mattina di ottobre abbiamo messo in scena la Costellazione sulla decisione. La partecipante ha potuto vedere le premesse su cui era basato il suo stallo decisionale.


Le premesse costituiscono lo sfondo di ogni nostra azione o decisione. Ci sembra di agire razionalmente. La nostra mente elabora giustificazioni e prove che le premesse sono corrette. E tali premesse non vengono messe in discussione finché tutto scorre in modo tranquillo. Poi, qualcosa si inceppa.


Inaspettatamente una relazione con il proprio partner si incrina. Oppure è il rapporto con i nostri figli che inizia a sembrarci sbilanciato o doloroso.


Oppure nella vita continuiamo a ripetere uno schema fisso di cui vorremmo liberarci da anni. Tentiamo di modificare strategie, tattiche di comportamento, atteggiamenti e nulla cambia.

Mangiamo così il frutto delle nostre premesse.


Con le Costellazioni riusciamo ad andare alle origini. Mostriamo il cosiddetto irretimento. Si tratta di quel collegamento inconscio con un nostro avo. Facciamo emergere ciò che ci lega alla nostra famiglia e ci lega al destino famigliare.


Emozioni negative e premesse su cui si basano


Le premesse sono quasi sempre inconsce. Diamo per scontato un certo modo di agire.


Mi accade nella stessa giornata che un’altra partecipante mi parla di una rabbia da cui viene assalita quando deve erogare un certo servizio, nella farmacia in cui lavora. Si accorge che la reazione è spropositata. La rabbia non viene palesata ovviamente. Il cliente non sa niente del suo processo interiore. La sua sensazione è come se il cliente le togliesse un pezzo di vita. In fondo, sta chiedendo solo un servizio come un altro. Ma rispetto a quel servizio da erogare accade qualcosa di diverso dal solto.


Sorrido e le dico che la sua emozione ripetuta non ha niente a che vedere con la situazione. Essa è solo il segnale di qualcosa d’altro che cova sotto le ceneri della sua mente. Bisogna andare alle premesse e scoprire la vera natura di quel pensiero e di quella rabbia.


Non è come quando ti dò un pugno e tu dici “Ahia”. Quello è dolore reale connesso a un evento reale.


Quando l’”Ahia” è di minore intensità ma costante, la situazione esterna ti sta solo sollecitando una reazione. Ti segnala che qualcosa non va. Ti devi interrogare, non prendertela con il mondo.


Nel caso della nostra farmacista, la sua tensione deriva da un’esigenza di cambiamento più profonda e repressa. Questa è il fondamento della sua rabbia: né il cliente né il servizio richiesto. È una presunta impotenza rispetto al cambiamento o una volontà impedita di accelerarlo.

Brancoliamo nel buio quando continuiamo ad attribuire la nostra sfortuna a elementi esterni. Certo, ci sono ambienti più piacevoli e altri meno. Le circostanze esterne possono essere più o meno avverse. Nessuno lo nega. I fatti dolorosi accadono. Le difficoltà esistono.


Il contributo della mente all'infelicità


La maggior parte delle nostre difficoltà è, però, legata alla nostra mente. Essa basa i propri ragionamenti su premesse scorrette. Sono tali quando sono basate su elementi superficiali. La superficialità accade se non ci rendiamo conto che siamo noi che produciamo quello stato interiore. Non l'esterno.


Questi due esempi chiarificano che per cambiare bisogna accogliere la sfida della profondità. La meditazione non è altro che l'opera di sanare le radici e di cambiare le premesse. All’inizio la ripulitura è facile. Poi, dobbiamo prepararci a un'opera paziente e costante.


L’arte di riportare la radice alle qualità originarie del seme - del nostro vero Sè - richiede attenzione, delicatezza, benevolenza per se stessi.


La crescita spirituale è un lavoro di una vita . Ed è un lavoro sulle radici, non sui rami. Sulle nostre motivazioni inconsce, non sui nostri comportamenti.


Perciò bisogna entrare in una dimensione di esplorazione senza tempo, senza obiettivi, assolutamente ricettivi e rilassati rispetto al viaggio.


L'irretimento


Le Costellazioni Sistemiche Familiari ci mettono in contatto con le radici più lontane dei nostri comportamenti. Ci mettono in contatto con l’irretimento. Attraverso ognuno di noi, un pezzo di storia famigliare si ripete e si manifesta nuovamente. La ripetizione delle caratteristiche del sistema e la sua tradizione sono assicurati. Tradizione significa proprio consegnare, trasmettere, passare di generazione in generazione. Purtroppo, quell'irretimento ci rende infelici. Siamo spinti senza saperlo a ripetere uno schema della famiglia di origine.


Ritrovare il nostro posto, cambia le premesse dei nostri comportamenti. Restituire al nostro avo il suo destino. Vedere quanto amore cieco ci lega. Accorgersi che non perdiamo l'appartenenza se sviluppiamo le nostre caratteristiche originarie.


Queste sono le nuove basi per il cambiamento, per riprendersi il proprio destino.


La nostra farmacista ha modificato le premesse della sua vita. Non se la prende più con i clienti. È andata dentro e ha cambiato lavoro… perché era quello che le premeva veramente. Non ce l’avrebbe fatta se avesse continuato a mantenere la premessa che la sua rabbia dipendeva da un fenomeno esterno. L’analisi era superficiale.


Attraversare il paradosso


La frustrazione la mettiamo da tutte le parti quando non vogliamo fermarci a guardare dentro.


Dal canto suo, la nostra indecisa di inizio articolo ha compreso che il dilemma era solo una manifestazione superficiale. Si trattava di un processo in atto, di una dialettica fra un vecchio che resiste e un nuovo che vuole affermarsi. Tale processo non poteva essere accelerato forzando la situazione: o di qua o di là.

Il restare rappresentava un legame profondo alla storia famigliare. Tale legame andava rispettato per essere superato.

Il cambiare si stava radicando e si sarebbe manifestato con il suo tempo. La Costellazione Familiare ha dato la sua soluzione: il cambio di premessa è consistita nel rilassarsi e non forzare.

La dicotomia emersa era solo apparente.


La mente divide. Noi abbiamo tutto, dentro: il passato e il futuro. A volte sembrano in contraddizione. Dobbiamo lasciare vivere il paradosso che siamo. Uscire dalla schizofrenia della mente che vuole tutto e subito, vede bianco o nero, è la sfida di ogni meditatore.

L'illuminazione è un processo e richiede costanza e dedizione, e soprattutto di non credere alla mente che mente. Ogni angolo va guardato e riguardato. Per portare più luce dove c'è buio.

Quindi, non ci resta che procedere in questo cammino: "Senza fretta, ma senza sosta." (cit. W. Goethe).

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